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Angelo
AI PIEDI DEL MAESTRO


Regione: Piemonte
Prov.: Torino
Città: Torino


1559 Messaggi

Inserito il - 02/07/2006 : 12:36:02  Mostra Profilo
Citazione:
Messaggio inserito da Anima

Citazione:
Messaggio inserito da WildThing

Mi fa piacere Anima che tu stia trovando giovamento dallo studio del Bhagavatam!





In queste letture ho avuto modo di incontrare alcune figure che hanno tutte le caratteristiche degli Angeli (infatti non mi spiego alcune tue iniziali perplessità sull'argomento...)
vorrei avere una tua opinione rigurdo:

l'avatar, ovvero colui che scende dal mondo spirituale per salvare, senza essere coinvolto dalla materia.



paramatma che somiglia parecchio all'angelo custode.

Sai dirmi di più?



Anima,saggia domanda,e serve anche a me per comprendere meglio alcune cose.
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WildThing
Appassionato partecipante

Città: Cremona


70 Messaggi

Inserito il - 02/07/2006 : 13:24:23  Mostra Profilo
Leggere lo Srimad Bhagavatam significa leggere un'opera che effettivamente contiene infinite descrizioni relativamente al cosiddetto "mondo angelico". Questo è innegabile.
Anzi, ti dirò di più; se leggerai il decimo Canto, o forse già avrai avuto modo di affrontarlo, potrai imbatterti in infinite descrizioni dei cosiddetti "Deva", i quali sono ne più ne meno che Esseri di Luce, abitanti di pianeti superiori o paradisiaci, (sattvaloka) i quali, com'è appunto narrato nel Bhagavatam, hanno avuto modo nel corso della storia di scambiare contatti con la dimensione umana, sul nostro pianeta.
Devo però dire questo: le descrizioni vediche degli Angeli differisconi anni luce rispetto alle descrizioni che ci offre la "new age": qua si appuntavano le mie riserve dell'inizio.
Il decimo canto del Bhagavatam ci descrive il soggiorno del Signore Krishna sul nostro pianeta, avvenuto in India circa 5000 anni fa.
Le attività del Signore risultano essere punteggiate da numerosi interventi dei Deva che arrivando dai loro pianeti d'origine si adoperavano variamente per coadiuvare non solo il Signore ma anche i Suoi più intimi associati, al fine di rendergli omaggio e servizio.
Molto suggestive sono ad esempio le descrizioni di "piogge di fiori" con cui i Deva onorano il Signore manifestandoGli tutto il loro Amore e la loro dedizione.
Il Bhagavatam riferisce anche informazioni relative addirittura ai veicoli utilizzati dai Deva per giungere sul pianeta terra: parla di sofisticatissime "aeronavi" mosse non certo da combustibile ma da energie sottili, alimentate generalmente da mantra speciali di incredibile potenza.

Meritatamente al discorso degli Avatara.
Il termine sanscrito "Avatara" significa letteralmente "Colui che discende".
Un Avatara è una Incarnazione del Supremo che appare allo scopo di portare a compimento una determinata Missione. Sono innumerevoli le Missioni che il Signore si prefigge di compiere quando discende nell'universo materiale, il "substrato" comune a tutte comunque è quello che ci è rivelato nella Bhagavad Gita, quando il Signore rivela: "discendo allo scopo di proteggere le persone pie e annientare i demoni".
Questo è comunque il "lila" (divertimento, attività) di fondo che ogni Avatar si prende sempre la briga di portare a compimento, al la di questo minimo comun denominatore, posssono esserci svariatissimi scopi per i quali il Signore si prende la briga di scendere di persona da noi.
Il primo canto del Bhagavatam ci rende edotti relativamente alle principali Incarnazioni Divine avvenute nel corso degli Yuga (ere): Buddha, Dhanvanthari, Ramacandra, Nrishimhadeva ecc. sono tutte Incarnazioni del Signore autentiche manifestatesi nel corso del tempo.
Sri Caitanya Mahaprabhu apparso nel Bengala 500 anni fa è un luminoso esempio di discesa avatarica del Signore, apparso in quel contesto al fine di rivestire i panni del Devoto Perfetto, il Suo scopo era insegnare cosa significhi amare Dio, innamorarsi di Dio.
Gli avatara si possono distinguere a seconda delle potenze che manifestano quando si incarnano: le Scritture ci dicono che esistono "Avatara Totali o plenari" detti "PurnaAvatara" ed altri "Avatara parziali" detti Saktyaavesha avatara". Pare che i PurnaAvatara scelgano di manifestare il 100% dei poteri divini mentre le Incarnazioni Parziali ritengano di dover attingere ad un potere più circoscritto, il compito a cui devono far fronte è di natura più ridotta, per così dire.
Questa categorizzazione alla fine non è poi così importante, ciò che conta è capire la portata del Messaggio per cui un avatara discende tra noi.
Come giustissimamente tu dicevi, un Avatara è sempre completamente distaccato rispetto al mondo materiale entro cui appare. Le scritture ci portano l'esempio del fiore di loro che nasce e cresce dentro il fango ma la cui purezza non è mai intaccata dal putridume dentro cui affondano le sue radici.
Un Avatara -essendo eminentemente NON umano- è sempre totalmente trascendentale, apparentemente si muove come gli umani, agisce come gli umani, il saggio però sa intravedere entro il suo campo d'azione una potenza ed una misericordia che di umano non ha nulla, decisamente sovrumane.
Spesso il "lila" dell'avatar è proprio questo: "fingere" di essere uomo tra gli uomini al fine di arrivare meglio al cuore degli uomini, liberati dal timore reverenziale che avrebbero nei confronti di un Dio troppo "palese". L'Avatara si china al nostro livello per "raccoglierci" con Amore e riportarci a Casa.

Paramatmasignifica letteralmente Param=Suprema e Atma=Anima.
Quindi posso senza troppa approssimazione tradurti il termine con Anima Suprema.
La Gita ed il Bhagavatam ci istruiscono relativamente a quella che è la nostra Realtà interiore. Presso il nostro Sè trova posto la nostra Anima individuale, Il "Jivatma" unitamente al VibhuAtma, o Paramatma, Anima Suprema localizzata all'interno del cuore dell'essere vivente. Sostanzialmente il Paramatma è Dio dentro ognuno di noi.
E' spiegato nella Gita come il Jivatma sia colui che agisce, colui che gode dei frutti della materia mentre il Paramatma sia "L'Eterno Testimone". Noi agiamo e Dio assiste e prende nota.
Considera il male che possiamo mettere in essere ed il Bene, non inteferisce mai ma ci lascia liberi di scegliere. E' detto che quando il Paramatma scorge anche una minima scintilla di desiderio spirituale da parte del Jivatma, si "precipiti" a fornire all'anima che sta sviluppando desiderio di unione con Dio, tutte le facilitazioni e pure di più.
Per questo è di fondamentale importanza capire che Dio prima di essere nel Regno dei Cieli (dove certamente anche è)è dentro noi.
Per cui si, penso si possa dire che il ParamAtma svolga in un certo qual senso anche la funzione di "Angelo Custode". Non E' però assimilabile alla figura dell'angelo custode perchè è una manifestazione di Dio.
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Anima
Dio proteggimi

Angelo del silenzio



379 Messaggi

Inserito il - 03/07/2006 : 09:41:19  Mostra Profilo
Grazie



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