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allegra
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5193 Messaggi

Inserito il - 28/03/2009 : 10:12:18  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
L’effetto del pensiero sulle circostanze
da Sei come pensi di Essere di James Allen
Fonte: Redazione
23/07/2008
L’effetto del pensiero sulle circostanze

La mente di un uomo si potrebbe paragonare a un giardino, che può essere coltivato con diligenza o abbandonato alla propria sorte. Sia che venga coltivato o che sia abbandonato, esso darà sicuramente dei “frutti”.
Se non si piantano dei buoni semi, una grande quantità di semi “inutili” cadrà sul giardino e si riprodurrà.
Allo stesso modo in cui un giardiniere coltiva il proprio terreno, togliendo l’erba gramigna e piantando i fiori e i frutti di cui ha bisogno, così un uomo può curare il giardino della sua mente, ripulendola da tutti i pensieri negativi, inutili e impuri e coltivando amorevolmente i fiori e i frutti dei pensieri positivi, utili e puri.
Seguendo questo percorso, l’uomo scopre prima o poi, di essere il maestro giardiniere della propria anima, il direttore della propria vita. Rivela così nel proprio io interiore le leggi del pensiero e finalmente comprende, con un’esattezza ogni volta maggiore, come la forza del pensiero e gli elementi della mente operino sulla formazione del proprio carattere, del proprio destino e delle circostanze della propria vita.
Pensiero e carattere sono come una cosa sola e, poiché il carattere si può scoprire e manifestare solo attraverso l’ambiente e le circostanze, le condizioni esterne della vita di una persona saranno sempre in relazione al proprio stato interiore.
Ciò non significa che le circostanze in cui si trova un uomo in un certo momento della vita siano un’indicazione di tutto il suo carattere, ma che queste circostanze sono così intimamente collegate con un qualche elemento del pensiero vitale dentro di lui che, in quel momento, sono indispensabili al suo sviluppo.
Ogni uomo si trova in una certa situazione a causa della legge del proprio essere. I pensieri che ha costruito nel proprio carattere lo hanno portato fino a quel punto e nelle circostanze della sua vita non c’è nessun elemento lasciato al caso, ma tutto è il risultato di una legge che non commette errori. Questo concetto si applica sia a coloro che sentono di non essere “in armonia” con l’ambiente che li circonda, sia a coloro che invece si sentono bene in esso.
Così, come un essere progredisce ed evolve, l’uomo si trova in una certa situazione per apprendere, crescere e, soprattutto, per apprendere la lezione spirituale che ogni circostanza contiene.
L’uomo subisce le circostanze esterne mentre continua a credere di esserne vittima. Quando, però, si rende conto che il potere creativo si trova dentro di lui e che può indirizzare le risorse più nascoste del suo essere, dalle quali sorgono le esperienze, in quel momento si trasforma in signore e padrone di se stesso.


Qualunque uomo, che abbia praticato almeno un po’ l’autocontrollo e l’autopurificazione, sa che le circostanze sorgono dal pensiero. Egli, inoltre, si sarà sicuramente reso conto che il modificarsi delle circostanze si è verificato nello stesso ambito del cambiamento della sua condizione mentale. Ed è effettivamente così, poiché, quando un uomo si applica intelligentemente per rimediare ai difetti del proprio carattere, produce inevitabilmente un cambiamento tramite un notevole progresso e attraversa rapidamente un succedersi di varie vicissitudini.
L’anima attrae ciò che segretamente porta già in sé, ciò che ama come ciò che teme. Raggiunge la cima delle proprie aspirazioni, cade al livello dei propri desideri peggiori e le circostanze sono i mezzi attraverso i quali si riceve ciò che si è.


La ripetizione degli stessi concetti, anche se con parole diverse, è utile affinché il vostro inconscio le recepisca e le faccia sue, in modo da cominciare fin da ora il vostro cambiamento. L’inconscio, infatti, è il nostro fedele servitore, che tenta sempre di realizzare quello che gli viene proposto.
Pertanto, come ho già detto, come un seme produce il suo frutto, ogni pensiero prima o poi matura in un atto e dà il frutto di opportunità e circostanze.
I buoni pensieri danno buoni frutti, i cattivi pensieri danno cattivi frutti.
Questa è la legge dell’umanità ed è meglio rispettarla il più possibile.
Meglio per noi, naturalmente!


Il mondo esterno delle circostanze prende forma nel mondo interiore del pensiero. Sia le condizioni esterne piacevoli che quelle sgradevoli sono fattori che contribuiscono al benessere finale dell’individuo.
Come il mietitore del proprio raccolto, l’uomo apprende tanto dalla sofferenza quanto dalla felicità.
E finalmente arriva alla propria realizzazione, allo scopo della sua vita, diretto dalle leggi di crescita e di giustizia.
Mi sento di affermare che, nella stragrande maggioranza dei casi, un uomo non vivrà una vita disgraziata o finirà in prigione per la tirannia del destino o delle circostanze, ma a causa soprattutto dei suoi cattivi pensieri e desideri.
Allo stesso modo, un uomo di mente pura non cadrà nel crimine a causa della pressione di qualche forza esterna; il pensiero criminale era di sicuro già custodito nel suo cuore e, nel momento dell’opportunità, ha rivelato il suo potere nascosto.
Le circostanze non fanno l’uomo, lo rivelano.
L’uomo, come signore del proprio pensiero, è sempre il creatore di se stesso e autore di ciò che lo circonda.
Fin dalla nascita l’anima prende possesso del suo io interiore e, a ogni passo del suo pellegrinaggio sulla Terra, l’io interiore sceglie la strada della purezza o del vizio, della forza o della debolezza.
L’uomo non attrae quello che desidera, ma quello che è.
I suoi capricci, sogni e ambizioni sono frustrati a ogni passo, però i suoi più intimi pensieri e desideri si alimentano con il proprio pasto, che sia sporco o pulito. La “divinità che dà forma ai nostri propositi” è dentro di noi, è il nostro essere.
L’uomo si mette le manette da solo. Il pensiero e l’azione possono essere i carcerieri del destino (mettono cioè in carcere il nostro essere abbietto), oppure gli angeli della libertà (liberano il nostro essere nobile).
L’uomo non ottiene quello che desidera grazie alle preghiere (salvo casi imprevisti: non mettiamo limiti alla Provvidenza!), ma grazie al suo senso di giustizia!
Desideri e preghiere trovano risposta solo quando sono in armonia con i suoi pensieri e le sue azioni.
Gli uomini sono ansiosi di migliorare le proprie circostanze di vita, ma non desiderano migliorare se stessi. Di conseguenza, rimangono legati alla stessa situazione che vorrebbero migliorare.
L’uomo di carattere (nella maggior parte dei casi, stando alle statistiche, la donna di carattere), che non si scoraggia mai, non può fallire nel conseguimento dell’obiettivo che vive nel suo cuore! Questo è certamente vero per le cose terrene come per quelle celesti.
Anche l’uomo il cui unico scopo è acquisire grande ricchezza dev’essere preparato per realizzare grandi sacrifici personali prima di conseguire il suo obiettivo e ancor di più colui che desidera raggiungere una vita sana e ben equilibrata.
Prendiamo l’esempio di un uomo che sia veramente povero. È estremamente ansioso di migliorare il suo ambiente e le comodità della sua casa ma, nonostante ciò, lavora di malavoglia ed è convinto che tentare di ingannare il suo padrone sia giustificato, a causa dell’insufficienza del suo salario. Quest’uomo non comprende le basi più semplici di quei principi che sono il fondamento dell’autentica prosperità. Non solo è totalmente incapace di sollevarsi al di sopra della sua disgrazia, ma in realtà sta attraendo una disgrazia ancor più grande, continuando ad avere pensieri indolenti, ingannevoli e disonesti.
Facciamo ora l’esempio di un uomo molto ricco, che però sia vittima di una malattia dolorosa e cronica a causa della sua golosità. È disposto a spendere grandi somme di denaro per liberarsene, però è incapace di sacrificare la sua golosità. Desidera gratificare il suo gusto con alimenti ricchi e poco naturali e, al tempo stesso, godere di buona salute.
Un uomo così è totalmente incapace di godere di buona salute, perché nessuno gli ha insegnato i princìpi di una vita salutare.
Facciamo il caso di un padrone che, per evitare di dover pagare il salario stabilito, utilizzi mezzi disonesti e, con la speranza di guadagnare più soldi, riduca i salari dei suoi lavoratori. Un uomo così è totalmente incapace di raggiungere la prosperità e, quando si ritroverà in bancarotta, sia dal punto di vista economico che per quanto riguarda la sua reputazione, darà la colpa alle circostanze, senza sapere che egli è l’unico responsabile della propria condizione.
Ho presentato questi tre casi, tra i mille possibili, come esempi del fatto che un uomo è la causa (quasi sempre inconsciamente) delle proprie circostanze di vita.
Le circostanze della vita, tuttavia, sono talmente complicate, il pensiero è radicato così profondamente e le condizioni per la felicità variano talmente da un individuo a un altro, che la condizione totale dell’anima di un uomo non può essere giudicata a partire unicamente dagli aspetti esterni della sua vita.
Un uomo può essere onesto in certi aspetti e, nonostante ciò, soffrire di privazioni; un altro può essere disonesto in certi aspetti e, nonostante ciò, ottenere delle ricchezze.


Quello che normalmente succede e che è sotto gli occhi di tutti è che un uomo fallisce per la propria onestà e che un altro prospera grazie alla sua disonestà. Questo, però, è il risultato di un giudizio superficiale.
Alla luce di una conoscenza più profonda e di un’esperienza più ampia, si può scoprire che l’uomo disonesto può possedere alcune virtù ammirevoli, che l’altro non possiede, mentre l’uomo onesto può avere dei vizi detestabili, che sono assenti nell’altro.
In realtà, l’uomo onesto raccoglie sì i buoni risultati dei propri pensieri e azioni oneste, ma attira anche le sofferenze che producono i suoi cattivi pensieri.
Allo stesso modo, l’uomo disonesto raccoglie sia la propria sofferenza che la felicità.
Di solito la vanità umana ci fa credere che un uomo debba necessariamente soffrire per la propria virtù. Finché, però, non estirperà tutti i pensieri amari, malati e impuri dalla sua mente e dalla sua anima, non sarà in grado di sapere e dichiarare che le sue sofferenze sono il risultato delle sue qualità buone o cattive.
Nel cammino verso la perfezione suprema, molto prima di poterla raggiungere, incontrerà la Grande Legge, che è assolutamente giusta e che non può dare il bene per il male, né il male per il bene. E saprà, anche guardandosi indietro, che la sua vita è, e sempre sarà, giustamente ordinata, e che tutte le sue esperienze passate, buone o cattive, sono state il giusto risultato dell’essere sul cammino dell’Evoluzione.
Una cosa è certa e consolante: i buoni pensieri e le buone azioni non possono mai produrre dei cattivi risultati. I cattivi pensieri e le cattive azioni non possono mai produrre dei buoni risultati.
È come dire che non si può ricavare dal mais niente di più che mais e dalle ortiche niente di più che ortiche. Sembra un pensiero banale e ovvio ma, in realtà, è molto profondo.
Gli uomini comprendono questa legge nel mondo della natura e lavorano con essa. Pochi, però, la accettano sul piano mentale e morale e, per questa ragione, non cooperano con essa.
La sofferenza è sempre il risultato del pensiero errato in qualche direzione.
È un segnale che l’individuo non è in armonia con se stesso, con la legge del proprio essere.
È a questo punto che può cominciare coscientemente a purificare e a bruciare tutto ciò che è inutile e impuro.
La sofferenza cessa con ciò che è puro. Non c’è ragione di bruciare l’oro quando le impurità sono state estratte e un essere perfettamente puro e illuminato non può soffrire.
Le circostanze con le quali si confronta un uomo che soffre sono il risultato della sua mancanza di armonia mentale; quelle con le quali si confronta un uomo felice sono il risultato della sua armonia mentale.
La felicità, non la ricchezza materiale, è la misura del pensiero corretto; la disgrazia, non la mancanza di ricchezza materiale, è la misura del pensiero scorretto.
Un uomo può essere maledetto ed essere ricco, può essere benedetto ed essere povero.
Le benedizioni e le ricchezze sono unite solo quando le ricchezze sono usate correttamente e intelligentemente.
L’indigenza e l’indulgenza sono due estremi della disgrazia: entrambe sono ugualmente poco naturali e sono il risultato del disordine mentale.
L’uomo non è a posto finché non è un essere felice, sano e prospero. La felicità, la salute e la prosperità sono il risultato di un equilibrio armonioso dell’io interiore con quello esteriore, dell’uomo con il suo ambiente.
Un uomo comincia a essere un uomo solo quando smette di lamentarsi e ingiuriare tutto e tutti e inizia a cercare la giustizia nascosta che regola la propria vita.
E, mentre adatta la propria mente a questi fattori regolatori, smette di addossare agli altri le cause della propria condizione e intanto si autocostruisce con pensieri forti e nobili.
Smette di dare la colpa alle circostanze e inizia a utilizzarle come aiuti per il suo progresso, come mezzi per scoprire i poteri occulti e le possibilità del suo io interiore.
La legge, non la confusione, è il principio dominante dell’universo. La giustizia, e non l’ingiustizia, è l’anima e la sostanza della vita. L’operare bene, e non la corruzione, è la forza in movimento che governa il mondo spirituale.
Stando così le cose, l’uomo non deve far altro che prendere la strada giusta per capire che l’universo è bene. Si renderà poi conto che, al cambiare dei suoi pensieri verso le cose e le altre persone, le cose e le persone cambieranno verso di lui.
La prova di questa verità risiede in ognuno di noi e, per questo motivo, è facile ricercarla attraverso un’onesta introspezione e autoanalisi.
È sufficiente che un uomo cambi radicalmente i suoi pensieri e si sorprenderà della rapida trasformazione delle condizioni materiali della sua vita.
Gli uomini credono che i pensieri si possano mantenere segreti, ma non è così; essi si cristallizzano rapidamente nell’abitudine e l’abitudine si concretizzerà nelle circostanze.


Il pensiero brutale si cristallizza nell’abitudine al bere e alla lussuria, che si materializzeranno in circostanze di indigenza e malattia.
I cattivi pensieri di qualunque tipo si cristallizzano in abitudini snervanti e confuse che si concretizzeranno in circostanze devianti e avverse.
I pensieri di paura, dubbio e indecisione si cristallizzano in abitudini deboli, codarde e irresolute, che si concretizzeranno in circostanze d’insuccesso, indigenza e dipendenza servile.
I pensieri accidiosi si cristallizzano in abitudini di scarsa igiene e disonestà, che si concretizzeranno in circostanze di sudiciume e di povertà.
I pensieri di odio e di condanna si cristallizzano in abitudini di accusa e violenza, che si concretizzeranno in circostanze d’ingiuria e di persecuzione.
I pensieri egoisti di ogni tipo si cristallizzano in abitudini di ricerca di sé, che si concretizzeranno in circostanze ogni volta più dolorose.


Penso che questi esempi possano bastare per valutare, ogni volta, a cosa andiamo incontro.
D’altra parte, i pensieri felici di ogni tipo si cristallizzano in abitudini di grazia e generosità, che si concretizzeranno in circostanze geniali e luminose.


I pensieri puri si cristallizzano in abitudini di temperanza e autocontrollo, che si concretizzeranno in circostanze di riposo e pace.
I pensieri coraggiosi, di fiducia in se stessi e di decisione si cristallizzano in abitudini di coraggio, che si concretizzeranno in circostanze di grande successo, abbondanza e libertà.
I pensieri formulati con forza si cristallizzano in abitudini di purezza e produttività, che poi si concretizzeranno in circostanze piacevoli.
I pensieri di bontà e perdono si cristallizzano in abitudini benevole, che si concretizzeranno in circostanze che proteggono e che preservano.
I pensieri d’amore, liberi da egoismi si cristallizzano in abitudini di oblio di se stessi per gli altri e ciò si concretizzerà in circostanze di prosperità e autentica ricchezza, sicura e permanente.


Questa lista è sicuramente migliore della prima!
Vedete che non sarà complicato, se le utilizzerete entrambe, capire verso quale abisso o fortuna state andando e vi sarà quindi facile modificare un percorso che non vi piace.
Con questo “metodo” potrete anche aiutare persone che vi sono care e che, in alcuni casi, possono agire sconsideratamente.
Un vostro affettuoso consiglio potrà di sicuro cambiare in meglio la loro vita, se è vero che siamo noi gli artefici del nostro destino!
Un pensiero particolare nel quale si persista, che sia buono o cattivo, produce sempre dei risultati nel carattere e nelle circostanze.
Un uomo non può scegliere le sue circostanze direttamente, però può scegliere i suoi pensieri e così, indirettamente ma con certezza, dare forma alle proprie circostanze.
Basta che un uomo abbandoni i cattivi pensieri e il mondo intero sarà più bello e pronto ad aiutarlo. Basta che abbandoni i pensieri di debolezza e di malattia ed ecco che sorgeranno numerose opportunità per aiutarlo nelle sue ferme risoluzioni.
Basta che allieti i suoi buoni pensieri e nessun destino difficile lo porterà alla disgrazia e alla vergogna.
Il mondo è il tuo caleidoscopio e le varie combinazioni di colore che ti si presentano in ogni momento sono le proiezioni dei tuoi pensieri, che sono sempre in movimento.

Sei come pensi di essere.
Né più, né meno.
Lascia che il fallimento
fugga dai tuoi pensieri
e che lo spirito sia libero
in un mondo di benessere.
Quello che ti sei meritato.
Domina il tuo tempo
e non azzardare, se non sei sicuro al cento per cento.
La sconfitta e la depressione
sono sempre in attesa.
La tua volontà può aprirti la strada
verso qualunque obiettivo.
Anche se, davanti a essi,
sembrano esserci pareti di granito.
Non essere impaziente:
il tuo spirito è immortale,
anche se devi essere felice qui!



Estratto da Sei come pensi di Essere di James Allen
James Allen James Allen
Copertina libro: Sei come pensi di essere
James Allen
.


allegra
Super partecipante

0531_da_lory53

Città: Napoli


5193 Messaggi

Inserito il - 28/03/2009 : 10:17:08  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Ho trovato interessantissime le parole di quest'uomo ,piene di spunti riflessioni, un valido aiuto e un buon inizio per guardarsi dentro e comprendere l'importanza del pensiero ,in che modo ci danneggia quando é negativo, e come ci cambia quando é positivo, tutto in noi e attorno a noi prende un'altra piega, un'altro significato.
É molto importante lavorare sulla forma pensiero.
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vale@
Attivo partecipante

Città: pescara


28 Messaggi

Inserito il - 28/03/2009 : 10:35:46  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
E' vero, riguardo la tecnica, credo che ognuno debba seguire il proprio intuito con fiducia in Dio. Solo con questa fede si va avanti. Non importa se ci sono errori, ma perseguire il pensiero puro, privo di ombre, con fiducia che sia sempre un bene ascoltarsi dentro quando si persegue il bene.
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