Moon Light
Virtuoso partecipante
Città: L'Isola che non c'è
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Inserito il - 18/07/2013 : 02:19:23
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Sono qui, seduta alla mia scrivania, ancora completamente vestita, il pigiama buttato sul letto in attesa di essere indossato per questa ennesima notte della mia vita. I libri, miei unici silenziosi amici del momento, paiono scrutarmi silenziosi in attesa che io tragga da loro l'ennesima stilla di quel sapere che mi porterà a diventare qualcuno, un giorno. Le parole, impresse sulla carta, mi danno ispirazione nello scrivere, nello scrivere i miei pensieri, a quest'ora tarda e un esame da dare domani, o per meglio dire, tra poche ore. Stringo una sigaretta tra le dita, che lentamente si consuma emanando rivoli di denso fumo grigio, mentre le mani si apprestano a comporre parole, per giungere a cosa, non lo so ancora. Fuori da questo mio piccolo antro, contenenente il mio piccolo mondo, aleggia la notte, la vita che continua al di fuori del mio essere, il tempo che scorre immutato, le macchine che continuano a camminare per giungere a mete sconosciute, in una sfilata senza fine. Odo grida di uomini in lontananza, frenate brusche, e mi rendo conto che alla fine la giornata non muore mai, la vita è sempre a farsi sentire col suo formicare sordo... Se esistesse un Dio avrei mille domande da fargli, alle volte è tutto così stramaledettamente pesante, triste, che non ne concepisco il senso intrinseco. Nasciamo, cresciamo, muoriamo... Il tutto in un ciclo senza fine al quale non trovo una logica spiegazione. Tutto ciò vuole forse essere una prova? E di cosa? Se sono un'anima perchè mi trovo imprigionata in un corpo materiale, preda di futilità, quando dovrei portare l'infinito dentro di me? Che cosa sono io? Ho passato tutta la vita a cercare risposte, a comprendere il perchè di questo piccolo universo sperduto nello spazio che funge da formichiere di strambe creature che si comportano come se fossero eterne, ma che in realtà non lo sono. E' come se fossimo rinchiusi in un enorme acquario, come un' enorme frotta di pesci rossi... Forse qualcuno ci dà un'occhiata ogni tanto. La teoria dell'eterno ritorno di Nietzsche è quella che preferisco, tutto è e tornerà a essere, in un ciclo senza fine... Nasciamo, muoriamo, e torneremo a farlo, ancora infinite volte. Che sia vero? Siamo davvero intrappolati in una dimensione a circuito chiuso che non ci permette di spiccare il volo verso la verità? Nella Genesi Dio, dopo il Peccato Originale, dice:"ecco, ora l'uomo è diventato come noi... Conoscitore del bene e del male. Badiamo ora che non mangi anche dell'albero della vita per bere e mangiare in eterno." Siamo soggetti davvero a un creatore il cui scopo è tarparci le ali, non farci scoprire l'infinito della verità? Mi sento così sola senza la verità, e piena di paura di cosa potrà mai esserci là fuori, che la mia mente ha quasi il terrore di provare a concepirla. Queste sono ovviamente solo le paranoie di una ragazza, forse... Ma a me piacerebbe davvero scoprire cosa c'è là fuori oltre alla terra, ai palazzi, e a persone che ogni giorno scalpitano nel tentativo di rendere la loro permanenza meno dolorosa e pesante.
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Elicone: Buongiorno Caligola. Caligola: Buongiorno Elicone. Elicone: Sembri affaticato. Caligola: Ho camminato molto. Elicone: Sì, la tua assenza è durata a lungo. Caligola: Era difficile da trovare. Elicone: Che cosa? Caligola: Ciò che volevo. Elicone: E che volevi? Caligola: La luna. Elicone: Che? Caligola: La luna. Sì, volevo la luna. Elicone: Ah, e per fare cosa? Caligola: È una delle cose che non ho. Elicone: Sicuramente. E adesso è tutto a posto? Caligola: No, non ho potuto averla. Sì, ed è per questo che sono stanco. Tu pensi che io sia pazzo. [...] Ma non sono pazzo e posso dire perfino di non essere mai stato così ragionevole come ora. Semplicemente mi sono sentito all'improvviso un bisogno di impossibile. Le cose così come sono non mi sembrano soddisfacenti. Elicone: È un'opinione abbastanza diffusa. Caligola: È vero, ma non lo sapevo prima. Adesso lo so. Questo mondo così com'è fatto non è sopportabile. Ho bisogno della luna, o della felicità o dell'immortalità , di qualcosa che sia demente forse, ma che non sia di questo mondo. Elicone: È un ragionamento che sta in piedi. Ma, in generale, non lo si può sostenere fino in fondo, non lo sai? Caligola: È perché non lo si sostiene mai fino in fondo che non lo si sostiene fino in fondo. E non si ottiene nulla. Ma basta forse restare logici fino alla fine. |
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